L'Istituto dei servizi per il mercato agricolo e alimentare ha pubblicato i primi dati sull'attuale raccolto in Italia.
I primi dati disponibili sull'attuale stagione agricola in Italia sono stati compilati e diffusi dall'Istituto dei servizi per il mercato agricolo e alimentare (ISMEA), sulla base dei dati raccolti dall'Agenzia italiana per i pagamenti agricoli (AGEA). Secondo le prime indicazioni della rete di monitoraggio, ma in assenza di fattori oggettivi come la resa, il volume di produzione di olio d'oliva per la stagione del raccolto 2018/19 è stato stimato in 265,000 tonnellate, che equivale a un calo del 38% rispetto a le 429,000 tonnellate dell'anno scorso.
Tuttavia, gli specialisti dell'Istituto prevedono che un ulteriore calo fino al 45% potrebbe verificarsi entro la fine delle operazioni negli oliveti italiani poiché le condizioni meteorologiche potrebbero influenzare la resa e la qualità dei frutti. In realtà, man mano che la raccolta procede ed entra nella fase finale, appare sempre più probabile un ulteriore calo dei volumi e alcuni esperti dicono che la produzione di quest'anno potrebbe toccare il minimo storico.
Come menzionato nella relazione dell'Ismea, tenendo conto del fenomeno del cuscinetto alternato negli ulivi, negli ultimi sei anni il 'off-year 'si verificava sempre con un calo della produzione con un'intensità superiore alla variazione fisiologica.
Ciò è dovuto all'azione di diversi fattori che hanno contribuito a significative flessioni, come è stato il caso delle 222,000 tonnellate prodotte nel 2014, una stagione caratterizzata dalla massiccia presenza del mosca di frutta d'oliva, seguito dalle 182,000 tonnellate del 2016, il peggior raccolto degli ultimi decenni. Gli esperti sottolineano che, nella storia dell'olivicoltura italiana, le stagioni negative si verificano generalmente ogni 15 anni, mentre negli ultimi tempi, a causa della crescente frequenza di eventi climatici anomali, sono diventate più frequenti.
Desiderosi di mantenere alta la qualità, i produttori hanno iniziato a svolgere un rigoroso monitoraggio degli oliveti e ad adottare misure tempestive quando necessario al fine di prevenire le malattie, garantire un'adeguata irrigazione e raccogliere le olive al momento giusto. Durante l'attuale raccolto, si scopre che le varietà generalmente lasciate sugli alberi fino a novembre sono state raccolte alla fine di settembre. Ad esempio, Carolea e Coratina hanno richiesto operazioni precoci in diverse aree. Complessivamente, tuttavia, da nord a sud, le attività negli oliveti sono iniziate prima del solito.
Il Sud Italia ha risentito in particolare degli effetti di eventi meteorologici estremi, a partire dal Ondata di freddo siberiano che ha colpito i paesi europei alla fine dell'inverno e ha rappresentato una minaccia per gli ulivi, in particolare le varietà la cui stagione di crescita è iniziata presto. In alcuni casi, il recupero da gravi danni causati dal gelo a un ulivo potrebbe richiedere anni.
Secondo le prime valutazioni, le regioni settentrionali potrebbero registrare un aumento della produzione grazie ai buoni risultati ottenuti in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria, mentre il centro Italia vedrà una leggera flessione dei volumi, nonostante le buone performance di Umbria e Toscana. In queste zone, alcuni coltivatori hanno riferito che varietà come il Frantoio hanno sofferto maggiormente delle temperature estreme, mentre il Moraiolo ha mostrato una maggiore resistenza. Regioni come l'Abruzzo hanno registrato una situazione migliore nella fascia costiera rispetto alle zone interne, mentre territori come il basso Lazio hanno sofferto di umidità, che ha ostacolato un ambiente ottimale.
Secondo il neo costituito Consorzio Italia Olivicola, i ridotti volumi di prodotto ad oggi registrati hanno comportato la perdita di oltre un milione di giorni lavorativi, a seguito del taglio dell'orario di lavoro per chi si occupa delle fasi operative di raccolta e molitura.
Per quanto riguarda i prezzi, hanno reagito subito alla prevista flessione, ma bisognerà attendere ancora qualche giorno per avere dati definitivi e una panoramica completa di quella che sarà sicuramente una stagione complessa per i coltivatori italiani.
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