Piccole aziende agricole in Spagna esentate dal divieto di bruciare rifiuti agricoli

I funzionari del governo spagnolo hanno annunciato eccezioni ai divieti di combustione previsti dalle normative nazionali e dalla politica agricola comune dell'UE.
Di Paolo DeAndreis
6 febbraio 2023 21:01 UTC

Il divieto di incenerire i resti agricoli previsto dalla normativa nazionale spagnola e dalla politica agricola comune dell'Unione europea (CAP) non si applicherà alle piccole aziende agricole in Spagna.

In una nota, il ministero per la Transizione ecologica e la sfida demografica di Madrid (Miteco) ha chiarito che l'esenzione si applica alle micro e piccole aziende agricole, che dovranno comunque essere autorizzate a bruciare dalle autorità locali.

Le micro aziende agricole sono quelle con un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro e impiegano non più di dieci lavoratori. Le piccole aziende agricole, invece, non hanno più di 50 dipendenti e il fatturato non supera i 10 milioni di euro.

Il divieto di bruciare potrebbe anche essere revocato per coloro che utilizzano la pratica come ultima risorsa trattamento fitosanitario.

Altre esenzioni al divieto di combustione includono operazioni di gestione forestale che devono rimuovere la vegetazione morta. In questi casi, può verificarsi un incendio limitato autorizzato quando si può considerare la quantità di vegetazione combustibile a macchia d'olio.

Vedi anche:I ricercatori prevedono incendi più intensi in Europa

Tale eccezione consente ai servizi di gestione forestale di bruciare i resti di disboscamento, potatura, crescita eccessiva, tagli di germogli, potatura, decapaggio, scrematura, ecc.

Questi chiarimenti corrispondono alle informazioni contenute nell'annuncio di un periodo di basso pericolo di incendi boschivi appena emesso dalla Junta de Extremadura, il governo della Spagna centrale.

In quell'ordine, la Junta de Extremadura ha spiegato che le esenzioni dal divieto di bruciare per trattamenti antiparassitari poteva essere autorizzato solo per un numero limitato di colture quando tali colture erano manifestamente colpite da determinati organismi nocivi.

La Giunta locale ha anche precisato che gli allevamenti autorizzati potevano solo bruciare resti agricoli prodotti entro i loro confini.

La natura e la portata delle deroghe alla normativa vigente sono state al centro di un acceso dibattito a livello nazionale e regionale.

La combustione è stata una tradizione di lunga data in molte operazioni agricole ed è considerata fondamentale da molti agricoltori. La piaga degli incendi e l'introduzione di nuovi pratiche agronomiche hanno influenzato queste tradizioni, con resti agricoli spesso trattati e riutilizzati dai contadini per arricchire e proteggere il suolo.

Come riportato da CastellonPlaza, i politici locali avevano chiesto la rimozione del divieto di bruciare dopo la sua prima introduzione nella legge contro la contaminazione del suolo varata la scorsa primavera.

Come riportato da Agropopular, la Direzione generale del ministero, che ha pubblicato i chiarimenti, ha anche precisato che le esenzioni possono essere considerate solo un'interpretazione della legge. Ciò significa che la loro interpretazione non è vincolante per tribunali o giudici.



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