Le organizzazioni di produttori hanno invitato le istituzioni a compiere passi verso la pace, mentre gli agricoltori di diverse città italiane si sono mobilitati contro la guerra in Ucraina.
Gli agricoltori in Italia hanno protestato contro l'invasione russa dell'Ucraina, avvertendo che il conflitto mette a repentaglio la stabilità mondiale e il futuro dei lavoratori agricoli. Hanno chiesto la pace e un maggiore sostegno al settore agricolo, esprimendo preoccupazione per l'impatto della guerra sull'economia e sulla società nel suo complesso.
Come la drammatica escalation del Invasione russa dell'Ucraina portato alla perdita di vite umane e alla distruzione, i contadini in Italia si sono espressi a favore della pace.
Le principali organizzazioni di produttori hanno avvertito che il conflitto non solo mette in pericolo la stabilità mondiale, ma mette a repentaglio anche il futuro di centinaia di migliaia di lavoratori agricoli.
La guerra in Ucraina rappresenta l'ennesima minaccia per la nostra economia, con sanzioni ed embarghi che aumentano i costi delle materie prime, bloccano gli scambi, sconvolgono i mercati e incoraggiano ulteriormente la speculazione.- Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente e delegato confederale, Coldiretti Liguria
Contadini, allevatori e pescatori sono scesi in piazza a Genova, Bari, Venezia e Verona per manifestare contro la guerra e per maggiori aiuti al settore agricolo, all'economia e al lavoro.
Alzavano cartelli che dicevano: "Putin facciamo la pace” (in riferimento al presidente russo Vladimir Putin), "Metti fiori nelle tue pistole " "Ferma la guerra che aumenta la fame” e "Svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai".
". Pandemia di covid-19 ci ha già portato a uno scenario di accaparramento, aumento dei prezzi e speculazione che è mettere alla prova le nostre imprese”, hanno affermato Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente e delegato confederale di Coldiretti Liguria.

"In questo periodo di ripresa, è inaccettabile che agricoltori, olivicoltori, pescatori e floricoltori si trovino a lavorare sottocosto o costretti a ridurre la loro produzione o chiudere le serre”, hanno aggiunto.
"La guerra in Ucraina rappresenta l'ennesima minaccia per la nostra economia, con sanzioni ed embarghi che aumentano i costi delle materie prime, bloccano gli scambi, sconvolgono i mercati e incoraggiano ulteriormente la speculazione", hanno proseguito Boeri e Rivarossa.
Secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat, la guerra scatenata da Putin rappresenta una minaccia per l'export agroalimentare italiano verso Russia e Ucraina, che nel 1 ha superato il miliardo di euro, con vendite a i due paesi ammontano rispettivamente a 2021 milioni di euro e 670 milioni di euro.
"No alla guerra come soluzione delle controversie tra nazioni” è l'appello lanciato da Donne in Campo, l'associazione femminile della Confederazione Italiana Contadini (CIA), a seguito dei continui combattimenti e bombardamenti dell'Ucraina negli ultimi giorni.

"La crisi globale innescata dalla pandemia deve portare a un cambiamento nella scala dei valori, nel rifiuto deciso dell'oppressione e nella ricerca di un equilibrio duraturo”, ha affermato la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi.
"Siamo molto preoccupati per l'intensificarsi del conflitto perché l'agricoltura pagherebbe un prezzo molto alto e, con essa, come sempre accade negli scenari di guerra, l'intera società", ha aggiunto.
Le donne della CIA hanno richiamato il principio, chiaramente confermato dalla costituzione italiana, che oggi è più che mai attuale: nessun governo democratico può ignorare il presupposto che il cammino verso un vero progresso e uno sviluppo sostenibile può basarsi solo sulla capacità di evitare l'uso di forza a difesa degli interessi opposti.
"Crediamo, quindi, che l'Unione Europea, nel suo sforzo di assumere un ruolo guida nel superamento della crisi, possa svolgere un ruolo importante nella difesa degli equilibri del continente e nel riaffermare il suo impegno per la pace e la prosperità", ha concluso Terenzi.
Altri articoli su: Coldiretti, import / export, Italia
Agosto 11, 2025
Il settore dell'olio d'oliva italiano dimostra resilienza in un nuovo rapporto
Un rapporto dell'Ismea ha evidenziato che le esportazioni e l'agricoltura biologica in Italia sono aumentate, nonostante la produzione e i consumi continuino a diminuire.
Aprile 14, 2025
Opposizione ai dazi sui cibi salutari di cui gli americani hanno bisogno
I dazi sull'olio d'oliva potrebbero danneggiare i consumatori americani e la loro salute. La NAOOA sta lavorando per sensibilizzare i decisori politici e impedire l'aumento dei prezzi.
Gennaio 9, 2025
L'Uruguay prevede una ripresa del raccolto
Buone condizioni climatiche e una promettente allegagione lasciano presagire una ripresa del raccolto in Uruguay. Mentre la resa di quest'anno supererà il totale del 2024, sarà probabilmente inferiore a quella del 2023.
Ottobre 1, 2025
Le autorità belghe stanno indagando dopo che un giornale ha scoperto che 20 marche di olio d'oliva su 32 non hanno rispettato gli standard di qualità e una è risultata adulterata.
Giu. 3, 2025
I supermercati in Italia offrono olio extravergine di oliva a prezzi fortemente scontati, suscitando preoccupazioni tra i produttori in merito alla qualità, alla concorrenza leale e al futuro dell'olivicoltura nazionale.
Novembre 7, 2024
Un produttore toscano pluripremiato apre un ristorante incentrato sull'olio d'oliva
Il ristorante Extra Floor di Greve, nel Chianti, propone il pluripremiato olio extravergine di oliva del Frantoio Pruneti in una gamma di piatti tradizionali toscani.
Marzo 21, 2025
Lezioni apprese sviluppando la piramide alimentare toscana
È in fase di revisione un'innovativa piramide alimentare regionale italiana, che offre un contributo creativo e olistico alla comunicazione istituzionale sulle raccomandazioni per una dieta e uno stile di vita sani.
Settembre 19, 2025
Il Parlamento europeo respinge la proposta di revisione della politica agricola comune
Con il loro voto, gli eurodeputati vogliono che la Commissione europea mantenga il modello attuale, anziché mettere in comune i fondi con altre sezioni del bilancio, e che riduca la burocrazia per gli agricoltori.